A organizzarlo è il Consiglio oleicolo internazionale e l’Istituto agronomico mediterraneo di Saragozza. Le date? Dal 27 settembre all’1 ottobre 2021. Non c’è necessità di muoversi. Il tutto si svolgerà in video conferenza. Si riporta il programma per quanti aspirano a partecipare. Con un avvertimento, il Coi, come accade ormai da anni, discrimina volutamente la lingua italiana. Le lezioni prevedono l’interpretazione simultanea solo in inglese, francese e spagnolo
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Il futuro dell’olivicoltura può concretamente scommettere sugli esoscheletri passivi?
È una grande scommessa che sta coinvolgendo la Regione Liguria. L’obiettivo è di fornire un adeguato supporto all’operatore, al fine di potenziare le capacità produttive, riducendo sia la fatica fisica, sia le sollecitazioni meccaniche potenzialmente stressanti per il sistema muscoloscheletrico. Il potenziamento del lavoro manuale porterebbe benefici concreti nella esecuzione e nei tempi di raccolta e potatura
Se questa è olivicoltura
Il Salento olivicolo piange la propria dipartita, ma la speranza resta viva e rimane fortemente impressa nella volontà e nell’operato di chi – nonostante tutto, nonostante l’assenza delle Istituzioni – resiste e reagisce, credendo in una reale rinascita. Lo spettacolo che appare alla vista è tuttavia devastante, e desolante. Provate a chiedervi anche voi se si poteva gestire diversamente il dramma Xylella
L’olivicoltura conviene?
Se non si riesce a fare profitti, in olivicoltura è bene che si eviti almeno di avere perdite. Occorre in realtà avere una nuova visione di olivicoltura. Eppure non sempre si accetta il nuovo. Perché, dunque, una così scarsa fiducia nel modello intensivo? Resta il fatto che non è più il tempo di chi pianta oggi affinché figli e nipoti possano raccogliere i frutti domani