Gli operatori, sostengono da Ismea, già da mesi erano consapevoli che quest’ultima olivagione, nel complesso, non sarebbe stata un’annata eccezionale, soprattutto a causa delle immancabili avversità atmosferiche, tra cui l’eccessivo freddo in fase di fioritura seguito dall’arrivo improvviso del caldo durante l’allegagione.
Questa alternanza anomala di basse e alte temperature ha provocato in alcune zone degli sfasamenti temporali rispetto a un calendario vegetativo considerato normale. L’estate calda e secca ha, inoltre, causato qualche problema di stress idrico.
A questo – precisano dall’Ismea – si aggiunga l’arrivo dell’autunno che con forti venti e temporali ha provocato fenomeni di cascola. La conta dei danni in realtà è ancora in corso perché il maltempo sta caratterizzando tutto il mese di novembre e rallenta le operazioni di raccolta.
Nel computo delle cause che non hanno permesso un recupero più significativo c’è anche da annoverare l’effetto delle gelate del marzo 2018 che inevitabilmente ha condizionato anche il risultato di quest’anno. Fermo restando l’incremento produttivo a livello nazionale, sebbene di dimensioni inferiori alle aspettative, la situazione si presenta in maniera diametralmente opposta rispetto allo scorso anno con aumenti cospicui al Sud e una riduzione piuttosto pesante al Centro-Nord.
La ripresa produttiva parte essenzialmente dalla Puglia che rappresenta allo stesso tempo la regione più significativa in termini di volumi ma anche quella più penalizzata nella scorsa campagna a causa delle gelate che hanno colpito pesantemente aree a forte presenza olivicola.
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La foto di apertura è di Olio Officina