Il Giappone rappresenta circa il 7% delle importazioni mondiali di olio da olive, collocandosi al quarto posto dietro gli Stati Uniti (36%), l’Unione Europea (15%) e il Brasile (8%). Tra i quattro, prendono il 66% di tutte le importazioni di olio d’oliva. I restanti paesi importatori scendono al di sotto del 6%.
Le importazioni di olio d’oliva e di olio di sansa di oliva in Giappone sono aumentate del 23,6% nell’ultima campagna olearia. Il mercato dell’olio d’oliva in Giappone ha visto una forte crescita dal 2011/12 al 2014/15, quando ha raggiunto 61 904 t. Tuttavia, nella campagna 2015/16, ha registrato un calo dell’8,3% rispetto alla campagna 2014/15. Nel 2018/19, ha raggiunto il massimo storico di 70 640 t.
La tabella I mostra le importazioni negli ultimi sei anni. I due principali fornitori di olio d’oliva per il Giappone sono Spagna e Italia, che hanno visto entrambi aumenti rispetto alla precedente campagna olivicola, del 29% in Spagna e del 20,9% in Italia. Insieme contribuiscono al 93,9% delle importazioni totali, seguite dalla Turchia con il 3,7%, in calo del 6,1%.
Per paese di origine, il 95,4% delle importazioni in Giappone nel corso della campagna 2018/19 proveniva dall’Unione europea. La Spagna è in testa con il 61,4%, seguita dall’Italia con il 32,6%. I restanti paesi scendono al di sotto del 4%.
Per quanto riguarda i volumi per prodotto, il 76,4% delle importazioni era rappresentato dal codice 15.09.10 (oli di oliva vergini), seguito dal 21,3% dal codice 15.09.90 (oli di oliva) e il restante 2,3% dal codice (15.10.00) (oli di sansa di oliva).
Le importazioni di olio d’oliva vergine hanno visto un trend positivo nell’ultima campagna: le importazioni sono aumentate del 31,1% se confrontiamo la campagna 2018/2019 con la campagna 2017/2018 quando rappresentavano il 72% delle importazioni totali.