Cosa pensano gli imprenditori oleari della situazione in cui viviamo? Cosa pensano coloro che si sentono “impresa” e vogliono assumersi il rischio di investire in olivicoltura? C’è chi ci trasmette i propri pensieri, prendendo spunto dalle proprie ersonali esperienze. Ci ha scritto Adele Scirrotta, la quale già in altre occasioni ha espresso il proprio punto di vista. In questo testo che riportiamo esprime una visione aperta al futuro, puntando sul valore della persona quale centro propulsore di una impresa. E lo fa citando un grande imprenditore: Adriano Olivetti. Una figura simbolo per l’Italia. Siamo convinti che molti leggendo, nella sua immediatezza, il testo della Scirrotta ripenseranno al proprio ruolo – diremmo, con molta fanchezza, umanistico – all’interno dell’impresa. Per irrobustire un po’ il vostro pensiero, sull’onda della citazione offertaci da Adele Scirrotta, vi invitiamo a leggere, di Adriano Olivetti, il testo Le fabbriche del bene, pubblicato dalle Edizioni Comunità. Cos’è la fabbrica comunitaria? “E’ un luogo dove c’è giustizia e domina il progresso, dove si fa luce la bellezza, e l’amore, la carità e la tolleranza sono nomi e voci non prive di senso”.
UNA DONNA PRODUTTRICE DI UN BENE COMUNE
Prima che essere un’imprenditrice, sono Donna e produttrice di un bene comune. Sto parlando di olio, e dunque capite bene che ho a che fare con la produzione di un bene di prima necessità.
Si parla in tante occasioni di olio come bene culturale, culturale perchè richiama a determinate zone del nostro Paese, alla storia di un luogo. Allo stesso tempo si parla della sua progettualità, e dunque della produzione, della trasmissione di un sapere, e quindi della vendita dell’olio quale bene comune. Si fa riferimento dunque al suo mercato, si entra così in quella che è la vita di un’impresa, di una impresa olearia. Come impresa, quando nasce, nasce da sola e in quel momento è rappresentata da una persona che ha deciso di dedicare la propria vita a offrire se stessa a 360°.
L’impresa, che è il nucleo dell’universo, comincia a cercare i propri piccoli pianeti. Tali pianeti hanno ciascuno un nome. Uno dei tanti pianeti è chiamato Banca. Banca, perchè è il cosiddetto capitale di credito per l’azienda, e non solo: è il lubrificante continuo, nel tempo, di liquidità; altri pianeti che fanno parte di questo universo sono i fornitori, il capitale umano, i clienti, gli enti, un ordine di filiera non casuale.
Sul capitale umano mi soffermo spesso a riflettere. Il capitale umano vive oggi un momento critico, precario. Voglio citare il pensiero di due persone, una è la mia nonna Adelina, che “ha” fatto la storia nella mia famiglia. E’ stata una persona molto operosa, amata, docile, giusta, generosa, sempre pronta a darmi un consiglio, quando veniva a casa, quando mi chiamava, mi diceva: “gli operai vanno trattati bene, a volte anche un bicchiere di acqua li può far sentire importanti; loro valgono più di ogni macchina, perchè hanno un ‘anima e una sensibilità”.
E poi penso a un grande imprenditore, a un grande modello di riferimento per chi fa impresa. E’ colui che fece dell’Italia una storia importante, nota in tutto il mondo. Mi riferisco a Olivetti.
Imprenditore e intellettuale tra i più lucidi e capaci di avere una visione del futuro, in uno dei suoi tanti scritti si legge “no al licenziamento, non sono numeri, sono anime che vivono sotto la nostra responsabilità, sotto la nostra fiducia”.
Ora invece vorrei riportare un commento che mi è stato scritto da una persona in un mio post su facebook: “Che strano, tanti annunci, tante cose scritte, ma quando si va a cercare lavoro o ci dicono che sono al completo e hanno già il personale per la sostituzione, o se non hai esperienza, non ti fanno neanche provare, poi c’è chi richiede apprendisti con esperienza, buffi anche questi, oppure per lavorare devi avere un mezzo di trasporto, insomma devi nascere benestante così non si avrebbe bisogno di lvaorare”. C’è da riflettere.
Chi è allora il vero datore di lavoro dell’intero universo? E’ l’impresa. Sì, perchè l’impresa è al centro di tutto. Un’azienda non fallisce. E’ l’essere umano che la crea, pur con la sua fragilità e debolezza.
A scrivere a OOM – a Olio Officina Magazine – sono io, che sono una Donna, una donna il cui coraggio fa rumore. Anche chi mi ha scritto sulla mia bacheca facebook è una donna.
Voglio concludere queste mie riflessioni dicendo che se l’impresa è la madre dell’economia , anime come queste ne sono i figli.
Adele Scirrotta, Imprendirice Olearia
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