Chi ha la fortuna di avere tra le mani il volume Storia dell’agricoltura europea, edito da Etas Libri nel 1980, può leggere e apprezzare il gustoso saggio “L’olivo nella storia e nell’arte mediterranea”, di Ildebrando Imberciadori. Lo rileggo ancora una volta oggi, a distanza di anni, con mio grande diletto. E’ come se si acquisissero ogni volta nuovi elementi, anche perché la rilettura fa cogliere sempre altri aspetti rispetto al primo approccio. Come il seguente passaggio, secondo il quale per il popolo istriano “l’oleastro fu già nerboruto e vaghissimo pastore convertito in albero spinoso per l’ira di femmina pudica, insultata nell’onore: l’olivo è pudore nel rispetto della donna”.
Nella foto di Luigi Caricato, un esemplare di olivo istriano nella tenuta Musizza.